venerdì 13 giugno 2014

Capitolo 22



Bella pov.

Sono tornata a casa da qualche ora, come mi aspettavo Charlie era al lavoro, mentre Sue stava preparando il pranzo. Ero decisa a parlare con mio padre, a spiegargli per bene ciò che pensavo, a chiedergli scusa per avergli nascosto i tatuaggi. Ma nel momento in cui ho sentito la porta aprirsi il telefono ha iniziato a suonare. Quella mattina avevo acceso skype in modo che le ragazze potessero chiamarmi se ne avevano voglia e così sono dovuta salire in camera.
-Bellaaa! – il visino dolce di Alice appare sullo schermo del telefono, con qualche secondo di differita rispetto alla voce.
-Ciao Alice!
-Come stai? Sono giorni che non ti fai sentire, neppure una chattata veloce! Ti sei già dimenticata di noi? Oppure sei così tanto presa dai tuoi amici da escluderci una volta tornata a casa? – parlava a raffica, come al suo solito.
-Ma che dici? Ero solo troppo presa dal momento! Tornare a casa è sempre un’emozione.. Voi come state? – nel momento della mia domanda si affacciarono anche Tanya, Angela e Rosalie.
-Ciao Bella!! – esclamarono salutando con la mano.
-Ciao ragazze! Allora come va? – mi mettevano allegria.
-Bene tu?
-Bene..anche se non c’è molto da fare qui!
-Hai già visto i tuoi amici?
-Si! E…beh..ho litigato con Jacob.. – non avevo davvero intenzione di parlarne ma poi era meglio così.. –Il che mi ha portato a discutere e litigare con mio padre…sono stata quattro giorni da un’amica del college, per vedere dall’esterno la mia situazione..questo è stato il mio ritorno a casa…ma va tutto bene…- sospirai.
-Bella…lo sai che noi ci siamo sempre vero? Ci vuoi dire il motivo? – potevo? C’era Rosalie lì..e se…no..non potevo rischiare che parlasse con Edward.
-Cose..lunghe. Ve le spiegherò in un altro momento! Però ho anche una bella sorpresa. La donna di mio padre è incinta! Avrò presto una sorellina o un fratellino! – dall’altra parte un insieme di gridolini e domande tutte assieme. A cui rispondevo quando capivo!
-Ci sentiamo in questi giorni Bella..non sparire! – le salutai aiutandomi anche con la mano e poi spensi skype. Era il momento di parlare a mio padre. Scesi le scale e trovai Sue in cucina, che preparava un tea caldo le feci cenno con la testa, le avevo detto che avrei voluto risolvere con papà e lei mi aveva consigliato di farlo il prima possibile…come darle torto? La situazione era insostenibile anche per me.
Lo trovai seduto sul divano, con la tv accesa su una replica di qualche partita. Presi posto sul divano, vicino al bracciolo opposto al suo e lo guardai con la coda dell’occhio, rimanendo in silenzio per parecchi minuti. La tensione che si era creata non mi piaceva, sembravano i mesi in cui io e mio padre non parlavamo dopo che mia madre se n’è andata..e non mi piace ricordare quei momenti.

-Non è colpa tua se mi sono fatta dei tatuaggi.. – mormorai, sorprendendo me stessa e anche lui. Certamente iniziare con questa frase non era la cosa migliore. –Non amo l’idea di ricoprirmi di disegni, di coprire la mia pelle con l’inchiostro..quello che c’è scritto sta lì per ricordarmi come andare avanti, come comportarmi in certe situazioni..è lì perché voglio ricordare, per non farmi più male.. – un sospiro prima di ricominciare. –Il primo tatuaggio è stato dopo che io e te abbiamo fatto pace, quando Reneè se n’è andata.. – alzai la manica del maglione e tolsi l’orologio porgendogli il polso, in modo che potesse guardare, gli occhi puntati sul tavolino di fronte a noi. –E’ la frase che mi rassicura di più quando sono lontana, quando mi manchi, quando succede qualcosa nella mia vita..mi ricorda che per ogni brutta situazione c’è il modo per uscirne e ci saranno dei momenti belli, a cancellare quelli brutti. Ma lo nascondo, perché sono gelosa dei miei ricordi, perché ho paura che qualcuno possa chiedermi perché sta lì, perché ho deciso di iniziare questa cosa delle scritte significative su di me..e lo so che te lo chiedi, per quello ho voluto parlartene ora. Probabilmente se Jake non avesse detto nulla ci avrei messo di più a raccontarti ogni cosa ma…l’avrei fatto. Non è così semplice per me, parlarti delle mie emozioni, di quello che provo..e…spero che tu non sia troppo arrabbiato con me… - alla fine le mie parole erano come sussurri. Sentii la mia mano essere avvolta dalle sue e mi girai, guardandolo. Gli occhi erano lucidi e l’espressione sofferente sul volto.
-Mi dispiace Bella..avrei voluto…avrei voluto che la nostra vita fosse diversa, che la tua vita fosse più rosea e tranquilla, senza complicazioni. Non sono riuscito a proteggerti dalle ferite, non sono riuscito a fare il mio lavoro di padre… - lo guardai come se quello che diceva fosse una bestemmia.
-Papà..tu non puoi proteggermi dalle ferite della vita..ma hai fatto molto di più. Mi hai cresciuta da solo, mi hai dato un’istruzione, mi hai dato la possibilità di andare a Londra a studiare..e mi hai tenuta al caldo di un abbraccio quando stavo male…sei il padre migliore che potessi desiderare! – ora anche i miei occhi erano lucidi e non mi spiegavo il motivo. Era molto che non piangevo.
-Questo…questo Edward ti piace molto? – arrossì vistosamente ed abbassai la testa sulla stoffa del divano.
-Non solo mi piace..io ci sto bene insieme. Mi piace stare in sua compagnia, mi fa ridere, mi fa pensare solamente a quel momento, mi sento serena e felice, come se fossimo in una bolla tutta nostra. E’..difficile da spiegarti papà…ma è un uomo che mi fa star bene, che pensa a me, che mi vizia, che mi coccola con piccoli gesti…ma è complicato. Per me, per lui..per il nostro passato..
-Bells..Sei una ragazza fantastica e anche se dovrei proteggerti e non lasciare che ti avventuri in storie che secondo te sono complicate, ti consiglio di lasciarti andare..io ci ho impiegato troppi anni..ma tu hai tutto il tuo futuro davanti e se lui…se questo ragazzo ti fa stare bene..questa è la cosa che conta..non tutto il resto… - mi avvicinai per abbracciarlo, ma lui fu più veloce di me. Non so quanto tempo siamo stati così, ma ad un certo punto Sue venne a interromperci con un vassoio e tre tazze di tea caldo.
Siamo stati un po’ di tempo a goderci la televisione in compagnia, anche se la mia testa era altrove. Tutti mi dicevano di lasciarmi andare, di provare con Edward…ed io mi sento anche in colpa per non aver praticamente risposto alle sue ultime mail. Afferrai il cellulare e scrissi di getto, senza curarmi troppo di pensare. Avevo fallito pensando, per cui perché continuare a farlo?!

          To: edcullen41@gmail.com
          Object: Ciao Edward
Ciao Edward, ti voglio rassicurare prima di tutto…sto bene! Non ho chiamato né Alice né Rosalie perché avevo bisogno di un attimo tutto per me.
Quando sono arrivata ho litigato con Jacob e questo ha portatoa ad una lite con mio padre…non sono stati giorni facili e volevo prendermi del tempo per riflettere su quello che stava succedendo qui…e su quello che è successo con te.
Ti devo chiedere scusa.
Entrambi non veniamo da un passato semplice e felice a trecentosessanta gradi, ma tu ti sei spinto oltre, io invece mi sono tirata indietro quando le cose stavano diventando troppo insostenibili per me.
Solo che ora..mi manchi. Mi manca parlarti, ascoltare la tua voce, raccontarti la mia giornata e ascoltare i tuoi scleri su Emmett. E sono una stupida…perché ho rovinato qualcosa di potenzialmente formidabile.
Com’è andata la qualificazione?
Lo so, sono imperdonabile e..avrei dovuto telefonarti direttamente quella sera o farti gli auguri o quello che si fa in questi casi, ma..ero ancora in parte convinta delle mie scelte. Spero tu abbia ancora voglia di rispondermi.
Un bacio.
Bella


Ho cliccato sul tastino invia ed ho aspettato, sperando di sentire il suono del ricevimento di una mail. Mi sentivo una stupida perché se non avessi fatto tutto questo casino, probabilmente ora staremmo al telefono, raccontandoci dei nostri problemi, ridendo delle cavolate che fa Emmett o confidandoci quanto ci manchiamo. E invece..ora probabilmente è tardi per qualsiasi cosa.
-Cosa cuciniamo stasera? – sospirai, lasciando il telefono sul mobiletto del salotto e seguendo Sue e mio padre in cucina.
-Io avrei voglia di pizza! – mi voltai verso Sue, che si era tappata la bocca con le mani. –Scusate…Ehm..non badate a me! – sorrisi.
-Per me va bene la pizza..tu che dici papà?! – lui annuì abbracciando Sue ed io iniziai a lavare i piatti. –Voi andate a sedervi sul divano, è presto per ordinarla…intanto sistemo qui! – mi ascoltarono ed io presi la spugnetta con il sapone ed cominciai. La mente completamente lasciata a Londra, in quel posto magico in cui mi aveva portata Edward prima della mia partenza. Era una così magnifica serata, ed io l’ho rovinata con le mie paure. In più…lui era davvero bellissimo. Quel maglioncino beige sopra i jeans scuri, scarpe da ginnastica e il capello ribelle come al suo solito. Era ancora più bello di quando l’ho visto seminudo per curargli le ferite. Forse perché la sera del pestaggio io non provavo nulla per lui. Dio, perché era così difficile?!

Lavai i piatti, pulii anche il piano cottura e il piano di lavoro, passando anche il tavolo. La mente ferma alla sera in cui avevo fatto l’esame con sua madre, quando mi ha portato dei muffin e si è seduto con me sulla poltrona, accarezzandomi innocentemente. O almeno, all’esterno sembravano carezze innocenti, per me erano tutt’altro. Le sue dita calde sul mio fianco nudo, avevano avuto il potere di farmi rabbrividire, e non avevo freddo. La sua mano sul ginocchio, come se volesse mostrare la sua possessività. Era…era qualcosa di…non trovavo neppure le parole adatte. Ma stavo bene. Talmente tanto che mi ero dimenticata di Tanya ed Angela sul divano e avrei voluto avvicinarmi, accarezzargli il collo scoperto, soffiargli sull’orecchio che mi sarebbe mancato e assaggiare la sua pelle.
Ecco! Ero partita definitivamente per la tangente!
Cielo! Possibile che mi faceva questo effetto?!
La voglia di tornare a Londra era talmente forte da farmi desiderare di essere partita qualche giorno dopo oppure fare il biglietto il prima possibile. Vorrei tanto, che fosse già la fine di gennaio. Anche se…

Anche se non è detto che lui sia ancora disponibile. Non è detto che lui si fidi ancora.
Nessuno stabilisce che lui debba tornare a comportarsi come pochi giorni fa, potrebbe anche decidere che non lo merito..ed avrebbe ragione. Lui di certo non si merita di essere stato trattato così da me. Dirgli che stavamo andando troppo oltre…e lui se lo aspettava anche. Perché entrambi siamo feriti, abbiamo paura..ma lui ha cercato di andare avanti, io sono rimasta bloccata lì, come una scema.
E’ passata un’ora e dieci da quando ho iniziato, ed ora la cucina è pronta per domani, stasera non si cucina, niente piatti, niente posate, neppure i bicchieri quasi quasi! Almeno Sue non deve lavorare ulteriormente, e l’idea della pizza è fantastica, ne ho voglia anch’io. Chissà se Mark lavora ancora come fattorino?! Devo chiedere di lui quando le ordinerò! Sto per salire di sopra a darmi una sistemata quando mio padre mi raggiunge con il telefono in mano.
-Ha suonato..non so cosa sia! – me lo porge ed io guardo subito sulle notifiche, una mail. Okay calma Bella! Potrebbero essere molte cose, anche qualche negozio di cui hai la carta fedeltà che ti dice quali sconti ti spettano questo mese! Calma! Apro la posta elettronica e vedo in neretto l’indirizzo di Edward. No decisamente nessun negozio che offre sconti! Apro la mail lentamente, perché ho paura di quello che posso trovare, ma tre semplici parole mi scombussolano.


          To: bellswan@gmail.com
          Object: Adesso
Accendi Skype. Ora


Non so come prendere questo messaggio, ma decido di ascoltarlo, finendo di salire gli ultimi scalini restanti, verso il piano di sopra. Sono ormai di fronte alla mia stanza quando il telefono vibra tra le mani ed accetto la chiamata di Edward.
-Pronto?!

-Non sei stupida! E mi manchi anche tu.. – gli occhi diventano due laghi immensi ed ho voglia di piangere. Mi siedo sul letto, mentre l’immagine di Edward, steso sul letto, con una luce fioca e una maglia grigia addosso riempiono il mio display, in basso si vede la mia immagine, chissà che schifo che farò conciata in questo modo. Appoggiata alla testiera del letto, con i capelli sporchi e gli occhi lucidi. Non mi ha lasciato neppure finire il “pronto” che era già pronto a rassicurarmi.
-Ciao Edward.. – mormoro, conscia che comunque mi sente.
-Ciao Bella.. – non so perché, ma il suo tono mi sembra così simile al mio.
-Come…ehm..come stai? – non è difficile Bella, basta parlare come al solito.
-Ora bene..tu?
-Così..ho risolto con mio padre questo pomeriggio ed ora va meglio.. – ammetto scrollando le spalle.
-Cos’era successo? – alza le sopracciglia ed io mi perdo a guardarlo. E’ possibile che mi sia mancato così tanto?
-Io e Jacob abbiamo discusso su..beh su…ehm.. – cerco di schiarirmi la voce –Per quello che è successo a Londra, con te..per..per come me ne sono andata..e..ha pensato bene di rinfacciarmi i tatuaggi..e..mio padre si è arrabbiato perché l’ho tenuto all’oscuro di tutto.. – mormoro, sentendomi una bambina, ancora presa a guardare il telefono tra le mie mani. E’ troppo piccolo lo schermo, vorrei tanto avere il mio computer ora qui, per ammirarlo meglio.
-Mi dispiace Bella… ma se ora le cose sono sistemate..meglio così no? Non devi preoccuparti di tenerli nascosti.. – annuisco sorridendo debolmente.
-Gli ho mostrato anche quello sul polso, meritava di vederlo.. – mette su il broncio ed io sorrido –Che c’è?
-Era bello essere l’unico a saperlo.. oltre al tatuatore ovviamente! – ridacchio.
-Tu hai sempre il podio comunque..sei il primo a cui l’ho confessato e..non sei mio padre, dovresti sentirti lusingato.
-Lo sono, non puoi immaginare quanto…- è maledettamente serio quando pronuncia questa frase ed io devo cercare di focalizzare l’attenzione su altro.
-Ehm..si..La gara invece? – sorride appena, tristemente.
-Qualificato..
-Bene no? Non era quello in cui speravamo?! – perché mi sembra strano?
-Si..è esattamente ciò che ci voleva..adesso le gare ufficiali si svolgono dal tre gennaio… - me le perderò tutte, dannazione.
-Le trasmettono in tv? – passai una mano tra i capelli, distrattamente e vidi lui fare lo stesso. Scoppiammo a ridere per l’assurdità della situazione.
-Non lo so, forse nei canali sportivi qui a Londra ma…a Forks, la vedo difficile.. – annuii.
-Mi dispiace non esserci… - ammisi, sbilanciandomi.
-Dispiace anche a me.. – tossì un po’, forse per cambiare il tono di voce debole e segnato dal momento. –Che..che fai stasera?
-Quello che faccio ogni sera a Forks, sto con la mia famiglia e poi mi stenderò su questo lettone a leggere qualcosa! Tu piuttosto, cosa ci fai ancora sveglio a quest’ora? – da lui doveva essere ormai l’una e mezza di notte.
-Non ho molto sonno e..ho ricevuto la tua mail..avevo voglia di sentirti.. – lui stava dicendo troppo, si stava impegnando sul serio per fidarsi ancora di me ed io…volevo fargli capire che davvero volevo tentarci.
-Mi dispiace Edward..per quello che ti ho detto a Londra, per non averti risposto…avevo davvero bisogno di riflettere e..beh..aspetta.. – tenevo il telefono tra le mani mentre mi avviavo verso la borsa per cercare il suo regalo. Una volta trovato mi riposizionai sul letto. –Trovato! – Sorrisi ed alzai la scatoletta, che lui riconobbe subito. –Non l’ho indossato perché forse non ero ancora pronta a guardare il tutto con il tuo occhio… - mormorai, afferrando il braccialetto e chiudendolo con la mano con cui tenevo il telefono, probabilmente facendogli venire il mal di mare senza che si trovasse su una barca. Una volta terminato tornai a tenerlo stabile e gli mostrai il polso. –Ecco qui…
-Bella.. – sussurra.
-Lo so, sono una scema, complessata..ma ti prometto che cercherò di ascoltare il tuo consiglio..superare i limiti con il cuore... – nel momento in cui ho terminato di dire questo lui ha alzato il suo braccio, dove si trovava il mio bracciale.
-Io sto vivendo il mio oggi..piano, piano..cerco di rimettere a posto i pezzi della mia vita. Ecco il motivo per cui sono alzato a quest’ora…stavo riprendendo il manuale di anatomia lasciato incompleto molto tempo fa.. – se avessi potuto avrei mostrato gli occhi a cuoricino, ma forse lui li vedeva, perché mi ha regalato un sorriso dolcissimo.
-Ti ho disturbato quindi…?
-Non disturbi mai Bella, mai…
-Sarà..ehm..felice Carlisle della tua svolta…- dissi, tentando di trovare qualcosa di più soft dei nostri sentimenti di cui parlare.
-Non lo sa ancora nessuno, a parte te…e vorrei che restasse tra noi, come tutto il resto.. – sorrisi dolcemente.
-Hai la mia parola!
-Bella a che gusto la pizza?! – la voce di mio padre da fuori la camera ci interruppe.
-Funghi papà! – risposi girando appena la testa alla porta.
-C’è Mark al telefono, dice di salutarti e che questa volta passa ma la prossima vuole che sia tu a chiamarlo, almeno…No dongiovanni, non dirò una cosa del genere alla mia bambina! Puoi scordartelo! Se non sei qui entro le otto ti puoi scordare la mancia! E smettila di pregare, ormai sei nel mio libro nero…ragazzino insolente! Ringrazia che la tua sia l’unica pizzeria in tutta la zona o col cavolo che avresti visto ancora i miei soldi! Alle otto, puntuale! – scoppiai a ridere dopo il monologo di papà, ma l’espressione di Edward era cambiata radicalmente.
-Chi è…Mark? – scrollai le spalle.
-Il mio fidanzatino delle elementari.. e delle medie… - mi trattenni dal ridere ma poi non ci riuscii e scoppiai.
-Ah ah! Molto divertente Bella..davvero molto, molto divertente! – sembrava un po’ arrabbiatuccio.
-Mark è un mio vecchio compagno del liceo, prima lavorava come fattorino per la pizzeria, da quello che ho capito ora è diventata la sua pizzeria..E’ fidanzato dai tempi di Adamo ed Eva, se te lo stai chiedendo…e comunque..non ho tempo per pensare a lui..ho altro per la testa…Un altro per la testa.. – mi corressi, guardandolo dolcemente.
-Bella…chi hai…in mente? – voltai lo sguardo sul comodino e vidi la scatola di suo padre.
-Oh guarda! Mi sono dimenticata di aprire il regalo di tuo padre! Sono una cretina… resti a farmi compagnia mentre lo scarto?!
-Si.. – lo presi tra le mani, appoggiando il telefono sul letto, facendolo restare all’in piedi grazie alla scatoletta del bracciale di Edward e alla sveglia del comodino. E poi presi a scartare il regalo. Quando scoppiai a ridere Edward si incuriosì. –Che ti ha regalato mio padre? – Gli mostrai la scatola tra le mani e fece un’espressione sorpresa e a dir poco divertente. –Bella..ma…ma…quelli sono i cioccolatini più buoni in circolazione! Mio padre quando eravamo piccoli ne comprava una confezione a Natale, per ciascuno, che noi finivamo in due notti! Quando sono stato male per la troppa cioccolata non ce li ha più regalati! – scoppiai a ridere.
-Davvero? Allora tua madre aveva ragione! Ha fatto bene a darmi il regalo di nascosto! – ridevo, ormai ero troppo divertita.
-Ti ha dato il regalo di nascosto? – annuii –Wow! Davvero..quello è un regalo con i fiocchi! – risi ancora più forte.
-Ma scusa Edward, non puoi comprarteli ora che hai soldi tutti tuoi? – questa cosa non la capivo.
-E’..un simbolo..per la nostra famiglia.. Anche Emmett ne ha ricevuto un pacchetto…quando si è dichiarato con mia sorella. – i cioccolatini caddero sulla mia pancia, ero completamente allibita.
-Dimmi che è uno scherzo! – lui scosse la testa.
-No…purtroppo no!
-Wow…  - era l’unica cosa che avevo da dire. –Questo..questo non ti sembra un po’…precoce? – lui annuì.
-Mi dispiace Bella..forse hanno esagerato e..hanno ricamato su quello che hanno voluto e..mi dispiace davvero. E’ imbarazzante. Parlerò con loro, lo prometto.. – volevo davvero che lui parlasse con loro per dirgli che tra noi non c’era nulla per il momento? Che stavamo andando più piano di una lumaca, perché avevamo paura di soffrire? Eppure quel gesto mi è sembrato così..affrettato, ma…immensamente bello.
-Edward..non..non serve.. – mormorai. –Lascia le cose così e…nel caso in cui vadano male..gli parlerai..
-Non..non voglio che vadano male…
-Neppure io.. – appoggiai la testa al muro –Mi manchi Edward.. – era solo un sussurro forse, ma lui mi aveva sentito.
-Anche tu..e non sai quanto apprezzo che ci sia tuo padre lì a tenere lontani tutti i possibili Mark in circolazione! – scoppiai a ridere e in quel momento mi venne in mente la notizia che volevo condividere con lui.
-Beh anche tu potresti essere un cosiddetto “Mark in circolazione” e mio padre potrebbe decidere di tenerti lontano da me..
-Sono..sono un semplice “Mark” che tuo padre deve cacciare? – scossi la testa.
-No…non sei un semplice Mark…. – mi schiarii la voce –Comunque..ho una bella notizia. Mio padre sta con la madre di Seth e Leah, la ragazza e il bambino piccolo nella foto che ho a Londra…beh..ecco..avrò una sorellina o un fratellino! – sorrisi e vidi il suo volto illuminarsi di gioia. Amava i bambini.
-Davvero?! E’ un bellissimo regalo di Natale!
-Già..fantastico! Forse il più bello fino ad ora…Non mi hanno detto nulla per non farmi preoccupare ma sono entrambi felici! Hanno preparato la cameretta per il bimbo e..mi hanno rifatto la stanza…e…Sue è così bella con la pancia..sono emozionata! – sorrisi.
-Si vede! – uno sbadiglio. –Scusa..
-Non ti scusare..da te è molto tardi e probabilmente è meglio che ti metti a dormire..Io comunque devo andare a cena.. – avrei voluto mangiare in camera con lui al telefono, ma non credo che Sue e Charlie avrebbero apprezzato, la prima sera dopo quattro giorni lontana.
-Ti posso chiamare domani? – mi fermai a guardarlo attraverso lo schermo, gli occhi stanchi, il volto rilassato, le spalle larghe. Avrei voluto essere lì.
-Si..puoi chiamarmi quando vuoi..
-Allora Buonanotte Bella…ci sentiamo domani! – alzai le dita per salutarlo.
-Buonanotte Edward.. – ora capivo le sue parole prima di partire.

“Spero che possa esserti utile in futuro, quando troverai la persona giusta, quando capirai cosa vuoi veramente, quando ti fiderai degli uomini ancora, dei rapporti, quando qualcuno sarà capace di darti di più, quando un suo sorriso ti farà sciogliere e battere il cuore..quando ti mancherà anche solo per una sera che non state insieme..”

Lui mi mancava.
I suoi sorrisi mi facevano stare bene.
Mi fidavo di lui.
E so cosa voglio veramente.

Innamorarmi, essere amata, essere felice.

Capitolo 21



Bella pov

Avevo passato tre giorni a casa di Kate, non erano più stati toccati i discorsi importanti, né ricordi dolorosi. Avevamo passato il tempo a ridere di episodi che erano successi al college e a guardare film divertenti la sera. Oggi era il quarto giorno e non avevo nessuna voglia di tornare a Forks. Avevo chiamato a casa stamattina, avvertendoli che domani sarei tornata a casa, e per fargli sapere che stavo bene. Ovviamente aveva risposto Sue, che si era comportata come se non fosse successo nulla, ed io lo apprezzavo, perché non potevo e non volevo discutere anche con lei o darle preoccupazioni in più.
Kate oggi pomeriggio ha preso un permesso, per stare a casa con me e fare le valigie, anche lei torna a casa domani. Io avevo pensato a sistemare la casa, in modo che lei non dovesse fare nulla, solo i bagagli. Avevo comprato anche un dolce, per ringraziarla dell’ospitalità.
Eravamo in camera sua, lei sceglieva gli abiti, io ripiegavo per metterli dentro la valigia. Il mio telefono squillò ed era chiaramente quello che segnava le mail. In un attimo ritornai con i piedi per terra. Mail uguale Edward, sicuramente. Non volevo pensarci. Già ogni sera mi trovavo nel letto a ricordare le nostre telefonate serali, e faceva male.. oggi poi..ricordavo bene cosa c’era. La gara per le qualificazioni ed io..non gli avevo neppure fatto gli auguri.
-Che fai, non guardi chi ti scrive? – Kate mi lancia un’occhiataccia ed io sospirai prima di afferrare il telefono e aprire la mail. Non mi sbagliavo affatto.


          To: bellswan@gmail.com
          Object: Boh
          Ciao Bella..spero tu stia bene..
Ovviamente non mi aspetto che tu risponda, ma né Rose, né Alice hanno tue notizie da giorni e mi chiedevo se ci fossero problemi..tutto qui.
Beh..non so che altro dire…
Buonanotte
Edward.


Non mi ero fatta sentire con le ragazze perché avevo davvero voglia di staccare un po’ la spina e Kate era la persona giusta. Ora però…la sua mail mi faceva pensare. Forse si sono preoccupate. Forse…ho sbagliato a starmene per i fatti miei. Forse avrei dovuto reagire in modo diverso. Forse avrei dovuto parlare a Charlie e spiegarmi..forse….quanti forse. Ma il principale dubbio che avevo ora riguardava un’altra persona. Un ragazzo che si trovava a Londra e che se ne stava nel suo letto, dopo una gara, a scrivere una mail a me..che l’ho allontanato come una spina nel fianco.
-Kate.. – sussurrai –La vuoi ascoltare una storia? – si fermò con i vestiti tra le mani ed annuii seria. -Ho..ho conosciuto un ragazzo a Londra..l’inizio è stato catastrofico. Ci siamo urlati parole offensive per due giorni di fila..e lui, anche io a dir la verità..per cui..noi, ci siamo umiliati di fronte a delle altre persone che ci vogliono bene..e.. – sospirai –Lo odiavo con tutta me stessa. E’ stata colpa sua se..ho avuto la crisi. Mi aveva offesa davanti alle mie coinquiline ed ero stanca e arrabbiata..ho pigiato l’abbonamento dell’autobus sul magnete con talmente tanta forza da piegare la carta plastificata, sono stata tutto il tempo a battere i piedi per terra e quando sono arrivata a casa ho lanciato per terra le sedie e i fogli che c’erano sul tavolo…quando le mie coinquiline sono tornate a casa avevo già dato qualche calcio alle porte e rotto il portafoto. Pensa che Jacob mi ha regalato una palla da tennis per scaricare la rabbia in quei momenti ed io ho passato quasi mezzora a lanciarla addosso al muro, cercando di calmarmi.. – mi fermai pensando che era davvero arrivato il momento di mettere in chiaro le cose.
-E poi? Che è successo?
-Lui è..il padrone di casa, il cugino di una delle mie coinquiline e..voleva comunque farsi perdonare in qualche modo, ma io non..lo sai come sono fatta. Difficilmente perdono qualcuno! Ci ha provato per un po’ di giorni..poi una sera..Io lavoro in una palestra dove fanno incontri di boxe..porto il cartellone per segnare i fight…e..lui è un pugile. Beh..l’ho trovato in un vicolo di fianco alla palestra. Due tizi lo tenevano per la maglia addosso al muro e l’avevano picchiato e ferito con un coltellino..lasciandolo lì. Era incapace di muoversi da solo… Il mio autobus stava passando ed io…ho deciso di aiutarlo. L’ho portato a casa con me, nascondendolo nella mia camera, perché non poteva andare in ospedale che ci lavora suo padre e neppure a casa perché abita sopra il suo allenatore. Gli ho disinfettato le ferite, gli ho messo la crema per le botte, gli ho preparato da mangiare e..abbiamo parlato. – abbassai lo sguardo sul telefono tra le mie mani, in imbarazzo.
-Bella… - il suo era un incoraggiamento a continuare.
-Siamo così simili Kate..così…così simili. E’ stato tradito dalla sua ragazza e..oddio non posso dirtelo! Lui mi ha fatto promettere…e…Oddio! – passai una mano sugli occhi.
-Lo sai che con me puoi parlare tranquillamente…faremo finta che tu sia la mia paziente e che ci sia il segreto professionale…va bene?! – annuii silenziosa e poi ricominciai dopo parecchi sospiri.
-La sua ragazza lo ha tradito, con il coinquilino del piano di sotto..ha lasciato l’università, ha cambiato appartamento..è diventato un pugile. Lui dice che lo fa perché è l’unica cosa che sa fare bene, ma lo so che non è così, me lo dicono i suoi occhi. Ho imparato a conoscerlo un pochino..mi ha raccontato una storia che non sapeva neppure sua sorella, mi ha fatto vedere il suo tatuaggio ed io..gli ho mostrato i miei… e…gli ho raccontato di Alec e…e…di mia madre. Mi ha ascoltata, mi ha capita…Le mie paure erano esattamente le sue..il suo non fidarsi era così simile al mio…ed abbiamo iniziato ad avvicinarci sempre di più. Abbiamo capito subito che poteva esserci di più, lo sentivamo a pelle…lo sentivamo ogni volta che ci giravamo attorno. Ogni sera era una telefonata, ogni tanto veniva a trovarmi, ogni tanto uscivamo…mi ha detto che gli sarei mancata, mi ha accarezzato il fianco e il ginocchio mentre guardavamo un film e mi è sembrato di impazzire…
-Ma… ? – chiese lei, sapendo che c’era di più.
-Ma sentivo che stavamo correndo troppo, che i miei timori erano sempre lì dietro l’angolo, pronti a tornare prepotenti quando ero felice..i ricordi non mi abbandonavano mai e…e quando le cose iniziavano a farsi serie…Mi ha portata in un locale di un amico la sera prima del mio volo, il suo amico scherzava e lui ha detto che….non ci avrebbe mai provato con la sua donna…capisci? La sua donna…era..era troppo e non ce la facevo ad accettarlo in quel momento. Non potevamo essere arrivati già fin lì..era troppo per me. Troppo grande, troppo affrettato, troppo intenso addirittura…troppo prematuro. Troppo pericoloso. Lui…lui mi ha fatto capire che si era lasciato andare, che aveva ricominciato a fidarsi ed io..io l’ho allontanato, l’ho deluso, l’ho ferito…abbiamo discusso la sera prima della mia partenza e…praticamente non ci siamo salutati come avevo immaginato. –sospirai.
-E ora….cosa vorresti fare?
-Lui mi ha mandato un messaggio la mattina del volo, in cui mi chiedeva scusa per il suo comportamento…io non gli ho risposto. Poi mi ha scritto una mail per sapere se ero arrivata a Forks…gli ho detto di si, che il volo era andato bene e che mi dispiaceva di non avergli risposto..poi altre due mail. Una in cui mi diceva che mi pensava…adesso mi chiede se sto bene perché non chiamo né sua sorella né sua cugina.. Non gli ho chiesto scusa per il mio comportamento..non gli ho detto che lo penso anche io, non gli ho neppure detto che mi manca..e mi manca…davvero tanto. Ma non so cosa fare Kate..ho paura..
-Sai Bella..qualcuno diceva “Tutto quello che vuoi..è dall’altra parte della paura!” Credo che queste parole siano esattamente ciò che serve a te per prendere una decisione. Posso consigliarti, dirti il mio parere, spronarti a fare ciò che secondo me sarebbe la cosa più giusta ma..non posso fare di più. Le tue paure non posso sconfiggerle, posso aiutarti, come amica a comprendere che sono inutili, infondate e che ci sarà comunque sempre qualcosa nella vita a farti paura ma..il resto devi farlo tu. – parlava, mentre chiudeva la valigia ed io la osservavo, rapita dalle sue parole. –Ogni giorno troverai qualcosa che ti farà paura Bella, nel tuo cammino troverai ostacoli che ti sembreranno difficili da superare, ma ce la farai..sempre e comunque. Sei determinata, forte, coraggiosa..ti sei rialzata tutte le volte che sei scivolata..e quello che è successo con Jacob e tuo padre è solo un piccolo pezzo di un grande puzzle. Riuscirai a sistemare anche con loro, non ho dubbi. Ma devi essere tu a volerlo. Devi convincerti che tutte le difficoltà sono lì per insegnarti qualcosa..Non puoi semplicemente aggirarle o evitarle, torneranno sempre e si sommeranno a quelle nuove.
-E come faccio? – era solo un sussurro ma avevo bisogno di prendere aria per parlare a voce più alta.
-Come hai fatto a superare l’abbandono di tua madre Bella? – alzai gli occhi nei suoi e vi vidi qualcosa che non sapevo spiegarmi. Scossi la testa.
-Non lo so Kate..sono passati così tanti anni..credo che sia..abitudine..
-Ne sei proprio sicura? Perché mi hai raccontato di una lettera quando sei arrivata…E in quel momento non hai avuto dubbi, l’hai accartocciata ed hai dato un’occasione alla donna di tuo padre..questa non è abitudine, questa è forza di volontà. E’ il dolore di anni ed anni che si trasforma in determinazione. Questo è semplicemente il coraggio di accantonare un ricordo in un cassetto e impedirgli di farti ancora male. Lo so come vanno queste cose..tu hai passato tutti questi anni a chiederti dove fosse, chi fosse, cosa stesse facendo tua madre..e questo ti ha sempre impedito di guardare oltre. Di razionalizzare la cosa. Hai sempre avuto dentro di te un po’ di quella rabbia normale che te la fa odiare..ma scommetto il mio orologio nuovo di Gucci che ora la rabbia è sparita, perché hai capito che tipo di donna è..vero? – annuii silenziosa, e lasciai che le sue parole si insinuassero dentro di me. –Le storie della tua vita non sono state semplici e non sono state completamente felici ma..le hai vissute, hai dato tutta te stessa o forse quella te stessa che conoscevi, sei stata male, hai sofferto..ma hai preso la decisione di mettere un punto. Da allora cosa è successo Bella? Sono passati due anni quasi e tu sei ferma lì..al ricordo di una persona che ha solo saputo ferirti lentamente e profondamente. Hai la possibilità di riscattarti, di far felice te stessa e di far continuare a battere il tuo cuore..sii coraggiosa Bella! Sii coraggiosa!
La guardavo, sembrava che non stesse parlando solo di me, sembrava che il suo discorso fosse provato e riprovato e riproposto a me, come se fossi davvero una sua cliente.
-Non..non sono davvero una tua paziente Kate..vorrei..vorrei che mi dicessi ciò che diresti a un’amica.. – lei scuote la testa e si siede di fianco a me.
-E’ questo ciò che direi a un’amica Bella..è quello che mi sono ripetuta per molti, moltissimi anni io..di essere coraggiosa, di essere forte, di prendere le decisioni giuste. E non l’ho mai fatto..per paura. Non sai quanto me ne pento ora, quanto vorrei poter tornare indietro e .. decidere una via diversa, una strada che mi assicuri la felicità, che non sia semplice ma sia completa e felice. Non sai cosa darei per poter tornare indietro… - lo dice con gli occhi lucidi e le mani che tremano nelle mie.
-Lui..si chiama Edward..è..davvero bello e attraente. Studiava medicina, voleva seguire le orme del padre ma..ha mollato tutto e..io so che se ne pente un pochino. Chi non segue i propri sogni se ne pente sempre alla fine. Ho cercato di farglielo capire, di metterlo davanti al dispiacere e la paura dei suoi genitori per il lavoro che fa, ho cercato di dirgli che il domani è incerto e dovrebbe pensare a crearsi qualcosa oggi…ma poi..poi gli dico che non ce la faccio ad avere di più e tutto cade rovinosamente infrangendosi in mille pezzi. E solo ora, solo dopo aver capito che davvero si stava fidando di me, iniziava a provare qualcosa di più serio dopo tanto tempo..solo ora mi rendo conto di quanto io sia stata stupida. Vorrei scrivergli, fargli sapere che sto bene..chiedergli com’è andata la gara..vorrei raccontargli tutto. E’ un amico, un buon amico e..prima di tutto è questo per cui..non so. Vorrei scrivergli, mantenere i contatti, e quando poi torno a Londra..provare a incontrarci di nuovo, vedere se la lontananza ci ha fatti gelare o..se sentiamo ancora qualcosa..non lo so. Non so che fare. Ed ho paura che quando torno le cose siano cambiate..ma ho paura anche che siano le stesse perché..perchè fondamentalmente ho paura che mi faccia stare male. Come ha paura lui che io lo faccia soffrire. – perché gli sto dicendo tutte queste cose? Perché? –Ora…è meglio che preparo qualcosa per cena.. – mi alzo di corsa, andando in cucina. Lei mi raggiunge dopo mezzoretta, apparecchia la tavola e mangiamo l’insalata con il pollo in silenzio, solo la tv di sottofondo.
Ci sediamo sul divano, per la nostra ultima sera abbiamo scelto di guardare il musical di Mamamia! Che adoriamo entrambe. Solo che non riesco a seguirlo fino in fondo, con l’attenzione giusta, perché continuo a rigirarmi il telefono tra le mani, cercando di trovare un modo giusto per rispondere a Edward senza sbilanciarmi troppo.
-Lei..lei si chiama Cecile…ha cinque anni..L’ho partorita quando avevo diciotto anni e mezzo. Il padre ne aveva già ventidue. Stavamo insieme da un paio d’anni ed è stato l’errore di una notte senza riflettere. Io però ero troppo giovane, avevo voglia di vivere i miei sogni, avevo voglia di portare avanti i miei progetti. La facoltà di psicologia può sembrare semplice ma non lo è affatto e richiede impegno…e tanti sacrifici. Il mio sacrificio più grande è stato rinunciare a lei. Quando Brian ha..ha capito che non volevo tenere la bambina ma darla in adozione..ha fatto di tutto per averla. Non ha dovuto faticare in realtà, ho firmato le carte, le hanno firmate anche i miei genitori e..quando è nata la bambina l’ho tenuta solo per qualche giorno, il tempo per lui di sistemarsi definitivamente. Nonostante tutto lui mi ha capita. Sapeva che non sarebbe stato facile e che ero piccola e immatura…non mi ha mai impedito di vederla. Ma io non l’ho mai chiesto. Mai..fino a qualche mese fa. – il film è messo in pausa, io completamente allibita dalle sue parole. –Ho desiderato con tutta me stessa di potere vederla, ho cercato Brian, e quando mi ha riconosciuta ha messo giù il telefono. Ho provato e riprovato per settimane, quello era l’unico trattamento che ricevevo. Ho chiesto ai miei genitori se per caso si fosse rifatto una vita, se la compagna fosse determinata a lasciarmi fuori…ma loro non ne sanno nulla. Ora..ora torno a casa per tre settimane e…Dio quanto vorrei poterla guardare, vedere quale meraviglia è diventata..mi manca. Mi manca una figlia che non ho mai conosciuto, che non ho mai più abbracciato dopo il parto..mi manca una figlia che era scomoda per me a diciotto anni, ma che ora..ora potrebbe regalarmi le più belle gioie di sempre.
-Kate.. – sussurro, cercando di farle capire solo con il mio tono di voce che non c’è bisogno che continui.
-Bella..te lo dico con tutto il cuore..Con l’esperienza più brutta in fatto di scelte. Vivi il tuo momento..senza porti troppi problemi. I sogni li puoi realizzare lo stesso, le persone che ami ti staranno sempre vicino, ti criticheranno, non gli andrai a genio, ma piano piano capiranno cosa ti ha portato a decidere in un certo modo..e con Edward..segui ciò che ti dice il cuore Bella. Non cercare di ricordare il passato, non cercare di andare di fretta o di fare le cose con troppa calma. Se ti va di rispondigli chiudi gli occhi e immagina di averlo vicino a te..cosa gli diresti? Se ti va di chiamarlo..fallo. Se la sua voce è importante…ascoltala. Se il suo calore ti fa stare in pace, abbraccialo. Se è del suo amore che hai bisogno, che credi di aver bisogno, allora chiudi gli occhi e lasciati andare..e te lo dico come amica e non come psicologa Bella..perchè in questo momento tu hai bisogno di sapere che puoi superare le tue paure e i tuoi terrori. Se lui ce la farà..sarà la persona giusta per te. Se ti farà soffrire ti rialzerai. Come sempre. Ma non sprecare le occasioni, potrebbero non tornare più…e non sprecare tempo. Ne abbiamo troppo poco per non godercelo… Se potessi tornare indietro Bella..io passerei tutto il mio tempo con mia figlia, e probabilmente sposerei suo padre, l’unico uomo che abbia mai veramente amato.. – il film riparte, lei non ha mai staccato gli occhi dalla tv, anche se era in standby. Io invece la osservo, mentre le sue parole si cementificano dentro di me. Ha ragione. Ogni parola che ha pronunciato non fa una piega. E la sua storia…lei ha una figlia. Ha rinunciato a lei ed ora se ne pente. Un po’ mi ricorda mia madre che rinunciando a me e a mio padre si è fatta una nuova vita, e si è fatta viva dopo tutti questi anni. Io non l’ho voluta vedere, e la sua lettera merita di essere bruciata nel camino..ma Kate? Kate cosa merita? Cosa conosce sua figlia di sua madre? Suo padre le ha raccontato qualcosa? La odia come io ho odiato mia madre per tanti anni?
Quando il film finisce, Kate mi aiuta ad aprire il divano, ma prima che lei vada in camera sua decido di farmi coraggio. Lei mi ha dato un consiglio..forse apprezzerà anche il mio.
-Kate..io..non sapevo la tua storia e..forse capisco le tue motivazioni. Da figlia abbandonata ti dico che non è una bella situazione, che probabilmente tua figlia ha sentito la tua mancanza, che ci vorrà del tempo perché ti perdoni..ma..se fossi in te..oltre alla paura di essere respinta..continuerei a provare con quel telefono. Prima o poi ti risponderà e..non so se lui ti ama ancora o se si è rifatto una vita, non so neppure se acconsentirà di farti vedere tua figlia ma…continua a provare. Non hai nulla da perdere, puoi solo guadagnarci. Buonanotte..
-Buonanotte Bella. –spegne la luce del salotto e chiude la porta della sua stanza.