Bella pov.
Sono tornata a casa da qualche ora, come mi aspettavo
Charlie era al lavoro, mentre Sue stava preparando il pranzo. Ero decisa a
parlare con mio padre, a spiegargli per bene ciò che pensavo, a chiedergli
scusa per avergli nascosto i tatuaggi. Ma nel momento in cui ho sentito la
porta aprirsi il telefono ha iniziato a suonare. Quella mattina avevo acceso
skype in modo che le ragazze potessero chiamarmi se ne avevano voglia e così
sono dovuta salire in camera.
-Bellaaa! – il visino dolce di Alice appare sullo schermo
del telefono, con qualche secondo di differita rispetto alla voce.
-Ciao Alice!
-Come stai? Sono giorni che non ti fai sentire, neppure
una chattata veloce! Ti sei già dimenticata di noi? Oppure sei così tanto presa
dai tuoi amici da escluderci una volta tornata a casa? – parlava a raffica,
come al suo solito.
-Ma che dici? Ero solo troppo presa dal momento! Tornare
a casa è sempre un’emozione.. Voi come state? – nel momento della mia domanda
si affacciarono anche Tanya, Angela e Rosalie.
-Ciao Bella!! – esclamarono salutando con la mano.
-Ciao ragazze! Allora come va? – mi mettevano allegria.
-Bene tu?
-Bene..anche se non c’è molto da fare qui!
-Hai già visto i tuoi amici?
-Si! E…beh..ho litigato con Jacob.. – non avevo davvero
intenzione di parlarne ma poi era meglio così.. –Il che mi ha portato a
discutere e litigare con mio padre…sono stata quattro giorni da un’amica del
college, per vedere dall’esterno la mia situazione..questo è stato il mio
ritorno a casa…ma va tutto bene…- sospirai.
-Bella…lo sai che noi ci siamo sempre vero? Ci vuoi dire
il motivo? – potevo? C’era Rosalie lì..e se…no..non potevo rischiare che
parlasse con Edward.
-Cose..lunghe. Ve le spiegherò in un altro momento! Però
ho anche una bella sorpresa. La donna di mio padre è incinta! Avrò presto una
sorellina o un fratellino! – dall’altra parte un insieme di gridolini e domande
tutte assieme. A cui rispondevo quando capivo!
-Ci sentiamo in questi giorni Bella..non sparire! – le
salutai aiutandomi anche con la mano e poi spensi skype. Era il momento di
parlare a mio padre. Scesi le scale e trovai Sue in cucina, che preparava un
tea caldo le feci cenno con la testa, le avevo detto che avrei voluto risolvere
con papà e lei mi aveva consigliato di farlo il prima possibile…come darle
torto? La situazione era insostenibile anche per me.
Lo trovai seduto sul divano, con la tv accesa su una
replica di qualche partita. Presi posto sul divano, vicino al bracciolo opposto
al suo e lo guardai con la coda dell’occhio, rimanendo in silenzio per parecchi
minuti. La tensione che si era creata non mi piaceva, sembravano i mesi in cui
io e mio padre non parlavamo dopo che mia madre se n’è andata..e non mi piace
ricordare quei momenti.
-Non è colpa tua se mi sono fatta dei tatuaggi.. –
mormorai, sorprendendo me stessa e anche lui. Certamente iniziare con questa
frase non era la cosa migliore. –Non amo l’idea di ricoprirmi di disegni, di
coprire la mia pelle con l’inchiostro..quello che c’è scritto sta lì per
ricordarmi come andare avanti, come comportarmi in certe situazioni..è lì
perché voglio ricordare, per non farmi più male.. – un sospiro prima di
ricominciare. –Il primo tatuaggio è stato dopo che io e te abbiamo fatto pace,
quando Reneè se n’è andata.. – alzai la manica del maglione e tolsi l’orologio
porgendogli il polso, in modo che potesse guardare, gli occhi puntati sul
tavolino di fronte a noi. –E’ la frase che mi rassicura di più quando sono
lontana, quando mi manchi, quando succede qualcosa nella mia vita..mi ricorda
che per ogni brutta situazione c’è il modo per uscirne e ci saranno dei momenti
belli, a cancellare quelli brutti. Ma lo nascondo, perché sono gelosa dei miei
ricordi, perché ho paura che qualcuno possa chiedermi perché sta lì, perché ho
deciso di iniziare questa cosa delle scritte significative su di me..e lo so
che te lo chiedi, per quello ho voluto parlartene ora. Probabilmente se Jake
non avesse detto nulla ci avrei messo di più a raccontarti ogni cosa ma…l’avrei
fatto. Non è così semplice per me, parlarti delle mie emozioni, di quello che
provo..e…spero che tu non sia troppo arrabbiato con me… - alla fine le mie
parole erano come sussurri. Sentii la mia mano essere avvolta dalle sue e mi
girai, guardandolo. Gli occhi erano lucidi e l’espressione sofferente sul
volto.
-Mi dispiace Bella..avrei voluto…avrei voluto che la
nostra vita fosse diversa, che la tua vita fosse più rosea e tranquilla, senza
complicazioni. Non sono riuscito a proteggerti dalle ferite, non sono riuscito
a fare il mio lavoro di padre… - lo guardai come se quello che diceva fosse una
bestemmia.
-Papà..tu non puoi proteggermi dalle ferite della
vita..ma hai fatto molto di più. Mi hai cresciuta da solo, mi hai dato
un’istruzione, mi hai dato la possibilità di andare a Londra a studiare..e mi
hai tenuta al caldo di un abbraccio quando stavo male…sei il padre migliore che
potessi desiderare! – ora anche i miei occhi erano lucidi e non mi spiegavo il
motivo. Era molto che non piangevo.
-Questo…questo Edward ti piace molto? – arrossì
vistosamente ed abbassai la testa sulla stoffa del divano.
-Non solo mi piace..io ci sto bene insieme. Mi piace
stare in sua compagnia, mi fa ridere, mi fa pensare solamente a quel momento,
mi sento serena e felice, come se fossimo in una bolla tutta nostra.
E’..difficile da spiegarti papà…ma è un uomo che mi fa star bene, che pensa a
me, che mi vizia, che mi coccola con piccoli gesti…ma è complicato. Per me, per
lui..per il nostro passato..
-Bells..Sei una ragazza fantastica e anche se dovrei
proteggerti e non lasciare che ti avventuri in storie che secondo te sono
complicate, ti consiglio di lasciarti andare..io ci ho impiegato troppi
anni..ma tu hai tutto il tuo futuro davanti e se lui…se questo ragazzo ti fa
stare bene..questa è la cosa che conta..non tutto il resto… - mi avvicinai per
abbracciarlo, ma lui fu più veloce di me. Non so quanto tempo siamo stati così,
ma ad un certo punto Sue venne a interromperci con un vassoio e tre tazze di
tea caldo.
Siamo stati un po’ di tempo a goderci la televisione in
compagnia, anche se la mia testa era altrove. Tutti mi dicevano di lasciarmi
andare, di provare con Edward…ed io mi sento anche in colpa per non aver
praticamente risposto alle sue ultime mail. Afferrai il cellulare e scrissi di
getto, senza curarmi troppo di pensare. Avevo fallito pensando, per cui perché
continuare a farlo?!
From:
bellswan@gmail.com
Object:
Ciao Edward
Ciao
Edward, ti voglio rassicurare prima di tutto…sto bene! Non ho chiamato né Alice
né Rosalie perché avevo bisogno di un attimo tutto per me.
Quando
sono arrivata ho litigato con Jacob e questo ha portatoa ad una lite con mio
padre…non sono stati giorni facili e volevo prendermi del tempo per riflettere
su quello che stava succedendo qui…e su quello che è successo con te.
Ti
devo chiedere scusa.
Entrambi
non veniamo da un passato semplice e felice a trecentosessanta gradi, ma tu ti
sei spinto oltre, io invece mi sono tirata indietro quando le cose stavano
diventando troppo insostenibili per me.
Solo
che ora..mi manchi. Mi manca parlarti, ascoltare la tua voce, raccontarti la
mia giornata e ascoltare i tuoi scleri su Emmett. E sono una stupida…perché ho
rovinato qualcosa di potenzialmente formidabile.
Com’è
andata la qualificazione?
Lo
so, sono imperdonabile e..avrei dovuto telefonarti direttamente quella sera o
farti gli auguri o quello che si fa in questi casi, ma..ero ancora in parte
convinta delle mie scelte. Spero tu abbia ancora voglia di rispondermi.
Un
bacio.
Bella
Ho cliccato sul tastino invia ed ho aspettato, sperando
di sentire il suono del ricevimento di una mail. Mi sentivo una stupida perché
se non avessi fatto tutto questo casino, probabilmente ora staremmo al
telefono, raccontandoci dei nostri problemi, ridendo delle cavolate che fa
Emmett o confidandoci quanto ci manchiamo. E invece..ora probabilmente è tardi
per qualsiasi cosa.
-Cosa cuciniamo stasera? – sospirai, lasciando il
telefono sul mobiletto del salotto e seguendo Sue e mio padre in cucina.
-Io avrei voglia di pizza! – mi voltai verso Sue, che si
era tappata la bocca con le mani. –Scusate…Ehm..non badate a me! – sorrisi.
-Per me va bene la pizza..tu che dici papà?! – lui annuì
abbracciando Sue ed io iniziai a lavare i piatti. –Voi andate a sedervi sul
divano, è presto per ordinarla…intanto sistemo qui! – mi ascoltarono ed io
presi la spugnetta con il sapone ed cominciai. La mente completamente lasciata
a Londra, in quel posto magico in cui mi aveva portata Edward prima della mia
partenza. Era una così magnifica serata, ed io l’ho rovinata con le mie paure.
In più…lui era davvero bellissimo. Quel maglioncino beige sopra i jeans scuri,
scarpe da ginnastica e il capello ribelle come al suo solito. Era ancora più
bello di quando l’ho visto seminudo per curargli le ferite. Forse perché la
sera del pestaggio io non provavo nulla per lui. Dio, perché era così
difficile?!
Lavai i piatti, pulii anche il piano cottura e il piano
di lavoro, passando anche il tavolo. La mente ferma alla sera in cui avevo
fatto l’esame con sua madre, quando mi ha portato dei muffin e si è seduto con
me sulla poltrona, accarezzandomi innocentemente. O almeno, all’esterno
sembravano carezze innocenti, per me erano tutt’altro. Le sue dita calde sul
mio fianco nudo, avevano avuto il potere di farmi rabbrividire, e non avevo
freddo. La sua mano sul ginocchio, come se volesse mostrare la sua
possessività. Era…era qualcosa di…non trovavo neppure le parole adatte. Ma
stavo bene. Talmente tanto che mi ero dimenticata di Tanya ed Angela sul divano
e avrei voluto avvicinarmi, accarezzargli il collo scoperto, soffiargli
sull’orecchio che mi sarebbe mancato e assaggiare la sua pelle.
Ecco! Ero partita definitivamente per la tangente!
Cielo! Possibile che mi faceva questo effetto?!
La voglia di tornare a Londra era talmente forte da farmi
desiderare di essere partita qualche giorno dopo oppure fare il biglietto il
prima possibile. Vorrei tanto, che fosse già la fine di gennaio. Anche se…
Anche se non è detto che lui sia ancora disponibile. Non
è detto che lui si fidi ancora.
Nessuno stabilisce che lui debba tornare a comportarsi
come pochi giorni fa, potrebbe anche decidere che non lo merito..ed avrebbe
ragione. Lui di certo non si merita di essere stato trattato così da me. Dirgli
che stavamo andando troppo oltre…e lui se lo aspettava anche. Perché entrambi
siamo feriti, abbiamo paura..ma lui ha cercato di andare avanti, io sono
rimasta bloccata lì, come una scema.
E’ passata un’ora e dieci da quando ho iniziato, ed ora
la cucina è pronta per domani, stasera non si cucina, niente piatti, niente
posate, neppure i bicchieri quasi quasi! Almeno Sue non deve lavorare
ulteriormente, e l’idea della pizza è fantastica, ne ho voglia anch’io. Chissà
se Mark lavora ancora come fattorino?! Devo chiedere di lui quando le ordinerò!
Sto per salire di sopra a darmi una sistemata quando mio padre mi raggiunge con
il telefono in mano.
-Ha suonato..non so cosa sia! – me lo porge ed io guardo
subito sulle notifiche, una mail. Okay calma Bella! Potrebbero essere molte
cose, anche qualche negozio di cui hai la carta fedeltà che ti dice quali
sconti ti spettano questo mese! Calma! Apro la posta elettronica e vedo in
neretto l’indirizzo di Edward. No decisamente nessun negozio che offre sconti!
Apro la mail lentamente, perché ho paura di quello che posso trovare, ma tre
semplici parole mi scombussolano.
From: edcullen41@gmail.com
Object: Adesso
Accendi
Skype. Ora
Non so come prendere questo messaggio, ma decido di
ascoltarlo, finendo di salire gli ultimi scalini restanti, verso il piano di
sopra. Sono ormai di fronte alla mia stanza quando il telefono vibra tra le
mani ed accetto la chiamata di Edward.
-Pronto?!
-Non sei stupida! E mi manchi anche tu.. – gli occhi
diventano due laghi immensi ed ho voglia di piangere. Mi siedo sul letto,
mentre l’immagine di Edward, steso sul letto, con una luce fioca e una maglia
grigia addosso riempiono il mio display, in basso si vede la mia immagine,
chissà che schifo che farò conciata in questo modo. Appoggiata alla testiera
del letto, con i capelli sporchi e gli occhi lucidi. Non mi ha lasciato neppure
finire il “pronto” che era già pronto a rassicurarmi.
-Ciao Edward.. – mormoro, conscia che comunque mi sente.
-Ciao Bella.. – non so perché, ma il suo tono mi sembra
così simile al mio.
-Come…ehm..come stai? – non è difficile Bella, basta
parlare come al solito.
-Ora bene..tu?
-Così..ho risolto con mio padre questo pomeriggio ed ora
va meglio.. – ammetto scrollando le spalle.
-Cos’era successo? – alza le sopracciglia ed io mi perdo
a guardarlo. E’ possibile che mi sia mancato così tanto?
-Io e Jacob abbiamo discusso su..beh su…ehm.. – cerco di
schiarirmi la voce –Per quello che è successo a Londra, con te..per..per come
me ne sono andata..e..ha pensato bene di rinfacciarmi i tatuaggi..e..mio padre
si è arrabbiato perché l’ho tenuto all’oscuro di tutto.. – mormoro, sentendomi
una bambina, ancora presa a guardare il telefono tra le mie mani. E’ troppo
piccolo lo schermo, vorrei tanto avere il mio computer ora qui, per ammirarlo
meglio.
-Mi dispiace Bella… ma se ora le cose sono
sistemate..meglio così no? Non devi preoccuparti di tenerli nascosti.. –
annuisco sorridendo debolmente.
-Gli ho mostrato anche quello sul polso, meritava di
vederlo.. – mette su il broncio ed io sorrido –Che c’è?
-Era bello essere l’unico a saperlo.. oltre al tatuatore
ovviamente! – ridacchio.
-Tu hai sempre il podio comunque..sei il primo a cui l’ho
confessato e..non sei mio padre, dovresti sentirti lusingato.
-Lo sono, non puoi immaginare quanto…- è maledettamente
serio quando pronuncia questa frase ed io devo cercare di focalizzare
l’attenzione su altro.
-Ehm..si..La gara invece? – sorride appena, tristemente.
-Qualificato..
-Bene no? Non era quello in cui speravamo?! – perché mi
sembra strano?
-Si..è esattamente ciò che ci voleva..adesso le gare
ufficiali si svolgono dal tre gennaio… - me le perderò tutte, dannazione.
-Le trasmettono in tv? – passai una mano tra i capelli,
distrattamente e vidi lui fare lo stesso. Scoppiammo a ridere per l’assurdità
della situazione.
-Non lo so, forse nei canali sportivi qui a Londra ma…a
Forks, la vedo difficile.. – annuii.
-Mi dispiace non esserci… - ammisi, sbilanciandomi.
-Dispiace anche a me.. – tossì un po’, forse per cambiare
il tono di voce debole e segnato dal momento. –Che..che fai stasera?
-Quello che faccio ogni sera a Forks, sto con la mia
famiglia e poi mi stenderò su questo lettone a leggere qualcosa! Tu piuttosto,
cosa ci fai ancora sveglio a quest’ora? – da lui doveva essere ormai l’una e
mezza di notte.
-Non ho molto sonno e..ho ricevuto la tua mail..avevo
voglia di sentirti.. – lui stava dicendo troppo, si stava impegnando sul serio
per fidarsi ancora di me ed io…volevo fargli capire che davvero volevo
tentarci.
-Mi dispiace Edward..per quello che ti ho detto a Londra,
per non averti risposto…avevo davvero bisogno di riflettere e..beh..aspetta.. –
tenevo il telefono tra le mani mentre mi avviavo verso la borsa per cercare il
suo regalo. Una volta trovato mi riposizionai sul letto. –Trovato! – Sorrisi ed
alzai la scatoletta, che lui riconobbe subito. –Non l’ho indossato perché forse
non ero ancora pronta a guardare il tutto con il tuo occhio… - mormorai,
afferrando il braccialetto e chiudendolo con la mano con cui tenevo il telefono,
probabilmente facendogli venire il mal di mare senza che si trovasse su una
barca. Una volta terminato tornai a tenerlo stabile e gli mostrai il polso.
–Ecco qui…
-Bella.. – sussurra.
-Lo so, sono una scema, complessata..ma ti prometto che
cercherò di ascoltare il tuo consiglio..superare i limiti con il cuore... – nel
momento in cui ho terminato di dire questo lui ha alzato il suo braccio, dove
si trovava il mio bracciale.
-Io sto vivendo il mio oggi..piano, piano..cerco di
rimettere a posto i pezzi della mia vita. Ecco il motivo per cui sono alzato a
quest’ora…stavo riprendendo il manuale di anatomia lasciato incompleto molto
tempo fa.. – se avessi potuto avrei mostrato gli occhi a cuoricino, ma forse
lui li vedeva, perché mi ha regalato un sorriso dolcissimo.
-Ti ho disturbato quindi…?
-Non disturbi mai Bella, mai…
-Sarà..ehm..felice Carlisle della tua svolta…- dissi,
tentando di trovare qualcosa di più soft dei nostri sentimenti di cui parlare.
-Non lo sa ancora nessuno, a parte te…e vorrei che
restasse tra noi, come tutto il resto.. – sorrisi dolcemente.
-Hai la mia parola!
-Bella a che gusto la pizza?! – la voce di mio padre da
fuori la camera ci interruppe.
-Funghi papà! – risposi girando appena la testa alla
porta.
-C’è Mark al telefono, dice di salutarti e che questa
volta passa ma la prossima vuole che sia tu a chiamarlo, almeno…No dongiovanni,
non dirò una cosa del genere alla mia bambina! Puoi scordartelo! Se non sei qui
entro le otto ti puoi scordare la mancia! E smettila di pregare, ormai sei nel mio
libro nero…ragazzino insolente! Ringrazia che la tua sia l’unica pizzeria in
tutta la zona o col cavolo che avresti visto ancora i miei soldi! Alle otto,
puntuale! – scoppiai a ridere dopo il monologo di papà, ma l’espressione di
Edward era cambiata radicalmente.
-Chi è…Mark? – scrollai le spalle.
-Il mio fidanzatino delle elementari.. e delle medie… -
mi trattenni dal ridere ma poi non ci riuscii e scoppiai.
-Ah ah! Molto divertente Bella..davvero molto, molto
divertente! – sembrava un po’ arrabbiatuccio.
-Mark è un mio vecchio compagno del liceo, prima lavorava
come fattorino per la pizzeria, da quello che ho capito ora è diventata la sua
pizzeria..E’ fidanzato dai tempi di Adamo ed Eva, se te lo stai chiedendo…e
comunque..non ho tempo per pensare a lui..ho altro per la testa…Un altro per la
testa.. – mi corressi, guardandolo dolcemente.
-Bella…chi hai…in mente? – voltai lo sguardo sul comodino
e vidi la scatola di suo padre.
-Oh guarda! Mi sono dimenticata di aprire il regalo di
tuo padre! Sono una cretina… resti a farmi compagnia mentre lo scarto?!
-Si.. – lo presi tra le mani, appoggiando il telefono sul
letto, facendolo restare all’in piedi grazie alla scatoletta del bracciale di
Edward e alla sveglia del comodino. E poi presi a scartare il regalo. Quando
scoppiai a ridere Edward si incuriosì. –Che ti ha regalato mio padre? – Gli
mostrai la scatola tra le mani e fece un’espressione sorpresa e a dir poco
divertente. –Bella..ma…ma…quelli sono i cioccolatini più buoni in circolazione!
Mio padre quando eravamo piccoli ne comprava una confezione a Natale, per
ciascuno, che noi finivamo in due notti! Quando sono stato male per la troppa
cioccolata non ce li ha più regalati! – scoppiai a ridere.
-Davvero? Allora tua madre aveva ragione! Ha fatto bene a
darmi il regalo di nascosto! – ridevo, ormai ero troppo divertita.
-Ti ha dato il regalo di nascosto? – annuii –Wow!
Davvero..quello è un regalo con i fiocchi! – risi ancora più forte.
-Ma scusa Edward, non puoi comprarteli ora che hai soldi
tutti tuoi? – questa cosa non la capivo.
-E’..un simbolo..per la nostra famiglia.. Anche Emmett ne
ha ricevuto un pacchetto…quando si è dichiarato con mia sorella. – i
cioccolatini caddero sulla mia pancia, ero completamente allibita.
-Dimmi che è uno scherzo! – lui scosse la testa.
-No…purtroppo no!
-Wow… - era
l’unica cosa che avevo da dire. –Questo..questo non ti sembra un po’…precoce? –
lui annuì.
-Mi dispiace Bella..forse hanno esagerato e..hanno
ricamato su quello che hanno voluto e..mi dispiace davvero. E’ imbarazzante.
Parlerò con loro, lo prometto.. – volevo davvero che lui parlasse con loro per
dirgli che tra noi non c’era nulla per il momento? Che stavamo andando più
piano di una lumaca, perché avevamo paura di soffrire? Eppure quel gesto mi è
sembrato così..affrettato, ma…immensamente bello.
-Edward..non..non serve.. – mormorai. –Lascia le cose
così e…nel caso in cui vadano male..gli parlerai..
-Non..non voglio che vadano male…
-Neppure io.. – appoggiai la testa al muro –Mi manchi
Edward.. – era solo un sussurro forse, ma lui mi aveva sentito.
-Anche tu..e non sai quanto apprezzo che ci sia tuo padre
lì a tenere lontani tutti i possibili Mark in circolazione! – scoppiai a ridere
e in quel momento mi venne in mente la notizia che volevo condividere con lui.
-Beh anche tu potresti essere un cosiddetto “Mark in
circolazione” e mio padre potrebbe decidere di tenerti lontano da me..
-Sono..sono un semplice “Mark” che tuo padre deve
cacciare? – scossi la testa.
-No…non sei un semplice Mark…. – mi schiarii la voce
–Comunque..ho una bella notizia. Mio padre sta con la madre di Seth e Leah, la
ragazza e il bambino piccolo nella foto che ho a Londra…beh..ecco..avrò una
sorellina o un fratellino! – sorrisi e vidi il suo volto illuminarsi di gioia.
Amava i bambini.
-Davvero?! E’ un bellissimo regalo di Natale!
-Già..fantastico! Forse il più bello fino ad ora…Non mi
hanno detto nulla per non farmi preoccupare ma sono entrambi felici! Hanno
preparato la cameretta per il bimbo e..mi hanno rifatto la stanza…e…Sue è così
bella con la pancia..sono emozionata! – sorrisi.
-Si vede! – uno sbadiglio. –Scusa..
-Non ti scusare..da te è molto tardi e probabilmente è
meglio che ti metti a dormire..Io comunque devo andare a cena.. – avrei voluto
mangiare in camera con lui al telefono, ma non credo che Sue e Charlie
avrebbero apprezzato, la prima sera dopo quattro giorni lontana.
-Ti posso chiamare domani? – mi fermai a guardarlo
attraverso lo schermo, gli occhi stanchi, il volto rilassato, le spalle larghe.
Avrei voluto essere lì.
-Si..puoi chiamarmi quando vuoi..
-Allora Buonanotte Bella…ci sentiamo domani! – alzai le
dita per salutarlo.
-Buonanotte Edward.. – ora capivo le sue parole prima di
partire.
“Spero
che possa esserti utile in futuro, quando troverai la persona giusta, quando
capirai cosa vuoi veramente, quando ti fiderai degli uomini ancora, dei
rapporti, quando qualcuno sarà capace di darti di più, quando un suo sorriso ti
farà sciogliere e battere il cuore..quando ti mancherà anche solo per una sera
che non state insieme..”
Lui mi mancava.
I suoi sorrisi mi facevano stare bene.
Mi fidavo di lui.
E so cosa voglio veramente.
Innamorarmi, essere amata, essere felice.